www.stratosmania.com - Lancia Stratos Official Web Site - Since 2002info@stratosmania.comthomas@popper.chLa nascita del MitoIl 4 novembre del 1972, sulle strade del Tour de Corse, faceva il suo esordio la Lancia Stratos: subentrava alla Fulvia HF con l’obiettivo di rilanciare (commercialmente) il prestigioso marchio torinese attraverso gli auspicati successi nei rally. Erano trascorsi appena due anni da quando, al Salone Internazionale dell’Automobile di Torino (28 ottobre - 8 novembre 1970), il maestro Carrozziere Nuccio Bertone, presentava nel proprio stand il prototipo “Lancia Stratos”, un esercizio stilistico che volle comunque motorizzare con il propulsore della Fulvia HF da 1600 cm3. Le misure parlano da sole: è larga un metro e 87 centimetri, lunga soltanto 3 metri e mezzo con un passo di poco superiore ai 2 metri, l’altezza è di appena 84 centimetri. Pesa complessivamente 710 Kg. Nonostante si trattasse di una vera e propria «dream-car», lo studio rivoluzionario di Bertone aveva gettato, ancora una volta, le basi per un auto a motore centrale che consentisse di sfruttare al meglio un elevata potenza. Nella storia della Carrozzeria torinese si conteranno ben diciotto progetti con queste caratteristiche a riprova di quanto Nuccio Bertone confidasse in tale soluzione. Il prototipo “Lancia Stratos” è opera della geniale matita di Marcello Gandini, responsabile del design in Bertone dal 1965 al ‘79. I visitatori che affollano l’esposizione restano affascinati ed uno in particolare se ne innamora: Cesare Fiorio, promettente direttore del Reparto Corse Lancia che intravede in quella «dream-car» l’opportunità di realizzare la nuova arma assoluta per rilanciare il marchio Lancia nei rally. Nel febbraio del 1971 Nuccio Bertone accompagnato dal proprio Direttore della Comunicazione, Beppe Panicco, viene invitato dai vertici della Lancia per presentare il prototipo al Direttore Generale Pierugo Gobbato che, con la complicità di Umberto Agnelli, deciderà a favore del progetto malgrado le mille resistenze e le difficoltà tutte interne al Gruppo Fiat. È l’ inizio dell’avventura! Così com’è, però, la “Stratos” non va bene, serve maggiore... concretezza: una macchina più alta e più corta, con porte tradizionali (e non con l’accesso dal parabrezza...) e occorre sopratutto un motore più potente del 4 cilindri della “Fulvia Coupé”. Pochi mesi più tardi, nel novembre del 1971, Bertone presenta al Salone Internazionale dell’Automobile di Torino, il primo esemplare della Lancia Stratos stradale: questa compatta Gran Turismo lascia presagire la temibile versione da competizione. Nel frattempo Cesare Fiorio, grazie all'appoggio incondizionato di Pierugo Gobbato, ottiene ciò che desidera: una squadra composta da motoristi, disegnatori e meccanici per lo sviluppo della Stratos. Al termine di un’animata trattativa con i vertici della Ferrari, viene accordata la fornitura del motore Dino V6 da 2418 cm3, già utilizzato dal Gruppo Fiat per la “Dino 2400” Spider e Coupè, anch’essa disegnata da Bertone e presentata nel 1967 al Salone dell’Automobile di Ginevra. A partire da quel momento, ha inizio la storia della Lancia Stratos: dall’autunno del 1971 a quasi tutto il ’72, si realizzano le prove e le successive evoluzioni, che vedono la Gran Turismo impegnata sulla pista privata della Lancia, e lungo le tortuose stradine delle «prove speciali», teatro naturale dei rallyes. Sfruttando le ampie maglie di un regolamento sportivo che in quegli anni consentiva l’impiego di «Prototipi», iscritti in una speciale categoria, il «Gruppo 5», la Stratos esordisce in occasione del Rally della Corsica del 1972: al volante Sandro Munari, il “Drago” di Cavarzere, che con la Stratos raccoglierà il maggior numero di successi per se e per la Lancia: al suo fianco il “professore” Mario Mannucci. L’esordio non è dei più fortunati; la Stratos si ritirò per problemi alle sospensioni posteriori, ma ciò non impedì di catalizzare l'interesse del mondo automobilistico nei confronti di questa auto da sogno divenuta realtà. Il difetto riscontrato sulle strade della Corsica restò a lungo irrisolto e creò non pochi problemi al Reparto Corse. Il punto debole sono i porta mozzo posteriori costruiti “al risparmio” a causa del budget estremamente limitato. Prodotti in scatolato di lamiera, si deformano causando il serpeggiamento della vettura in rettilineo. Poi una volta fermi, l’assetto ritorna al suo posto, facendo impazzire i tecnici e piloti impegnati nei collaudi. Ma quando il problema viene scoperto e risolto, la Lancia Stratos ottiene il suo primo successo: nell’aprile del 1973 in Spagna, al Rally Firestone, Munari e Mannucci, con i colori bianco-rosso della Marlboro, si impongono confermando che le aspettative non sono state deluse. L’obiettivo sembra raggiunto: la Lancia infatti non alcuna intenzione di produrre la Stratos, ma intende sfruttarne l'immagine nelle competizioni, con il fine di rilanciarne il marchio. Grazie alla versione “Prototipo” e alle vittorie che non tardano ad arrivare la Stratos sembra in grado di ripagare l’investimento: ma di li a poco i regolamenti cambiano e in Lancia si ritrovano ad un punto morto… La Stratos nasce per restare un prototipo, con caratteristiche che permettano di ben figurare nei rally e per tener vivo il nome Lancia nel periodo più difficile della sua vita aziendale. Quando la Federazione Internazionale decise che la partecipazione ai rally sarebbe stata riservata esclusivamente alle vetture appartenenti a quattro Gruppi, escludendo di fatto il 5° raggruppamento al quale apparteneva la Stratos, per continuare a correre nei rally la Lancia doveva produrre almeno 500 esemplari della Stratos! L'idea iniziale di realizzare otto, dieci vetture per le corse era definitivamente tramontato e i nuovi regolamenti impongono uno sforzo economico troppo grande, insostenibile con le sole forze della Lancia. A maggior ragione in un momento dove nei rally è la Lancia a vincere a danno della Fiat e la cosa certo non è gradita, soprattutto perché sono questi ultimi a pagare gli stipendi. I vertici Fiat si oppongono con vigore alla produzione in serie della Stratos: si tratta di una scomoda concorrente in vista dell’uscita della Fiat 124. L'avvocato Agnelli però, si lascia convincere dall'entusiasmo di Gobbato, Fiorio e Bertone che sostengono il progetto per il bene della Lancia e non il male della Fiat... Nell'autunno del 1973 Sandro Munari e Mario Mannucci ottengono una straordinaria vittoria nella classica francese “Tour Auto” e la Lancia inizia la produzione in serie della Stratos presso lo stabilimento Bertone di Grugliasco, nei pressi di Torino. Di lì a poche settimane, nel dicembre dello stesso anno, la Lancia si avvale di una preziosa collaborazione: dopo i successi ottenuti nel reparto corse della Ferrari, il pilota-collaudatore Mike Parkes va ad unirsi a Giampaolo Dallara, Claudio Maglioli e Carlo Facetti con il compito di migliorare le prestazioni della Stratos. L'ingegnere Mike Parkes si occupa dapprima del telaio e delle sospensioni, poi comincia a lottare irriducibilmente con la nuova testata a 24 valvole che si dimostra subito fragile e ribelle. Più tardi, con la collaborazione di Carlo Facetti, inizia lo sviluppo della versione turbocompressa. Nel luglio del 1974 Amilcare Ballestrieri e Gerard Larousse vincono la 58° edizione della prestigiosa e leggendaria Targa Florio: il 1° ottobre di quell’anno la Stratos ottiene l’omologazione in «Gruppo 4», giusto in tempo per iscrivere due esemplari (questa volta… regolarmente) al Rally di Sanremo: Munari e Mannucci vincono sbaragliando la concorrenza; la seconda Stratos, affidata ad Amilcare Ballestrieri e Silvio Maiga dopo un avvio promettente è costretta al ritiro per un uscita di strada. Sebbene manchino pochi mesi alla fine dell’anno, la Lancia riesce ancora a cogliere altre due affermazioni Mondiali, vincendo poche settimane più tardi sempre con Munari, il Rideau Lakes in Canada, mentre in dicembre il pilota francese Jean Claude Andruet, in coppia con la bionda «Biche», si aggiudica il prestigioso Tour de Corse. Grazie anche al terzo posto ottenuto da Munari e Mannucci sulle strade del Lombar Rac Rally in Inghilterra, la Lancia conquista il Titolo Mondiale Costruttori: la Stratos aveva rilevato ufficialmente il posto della Fulvia. Le politiche interne e gli obbiettivi commerciali all’interno del Gruppo Fiat, presentano una curiosa situazione all’inizio del Campionato Rally del 1975 con i due marchi, Fiat da una parte e Lancia dall’altra, a contendersi il titolo di Campione del Mondo Costruttori. In quell’anno si alterneranno alla guida delle Stratos ufficiali (che si presentano con i nuovi colori dello sponsor Alitalia) Sandro Munari, Bjorn Waldegard (recentemente ingaggiato da Fiorio), Raffaele Pinto e Jean Claude Andruet. Munari vince a Montecarlo, mentre Waldegard in Svezia e a Sanremo. Bernard Darniche, in coppia con Alain Mahé, con la Stratos dell’importatore francese Chardonnet, vince il Tour de Corse: la Lancia si laurea per la seconda volta Campione del Mondo Rally. L’anno successivo le vittorie della Stratos si rinnovano con Munari, in coppia con Silvio Maiga, che vince a Montecarlo, in Portogallo e in Corsica, mentre Waldegard si ripete al Sanremo davanti al proprio compagno di squadra per appena 4”… Con una serie impressionante di risultati la Lancia, grazie all’imbattibile Stratos, è Campione del Mondo per la terza volta cosecutuva. Sempre nel 1976, Bernard Darniche conquista il Titolo di Campione Europeo Rally, mentre l’imprenditore veneto Tony Fassina conquista quello nazionale. Per motivi commerciali, la Lancia è costretta a cedere il posto alla Fiat nella stagione successiva. Nel 1977 la Stratos è ancora in piena forma, ha ancora molto da dire ma al Gruppo Fiat interessa di più promuovere la vendita della 131 - vettura da rally derivata dalla grande serie – che proseguire il dominio con la Stratos… Nonostante questo però, c’è ancora spazio per Munari al Rally di Montecarlo, dove sempre in coppia con Silvio Maiga ottiene il poker di vittorie personali nel principato monegasco (1972 con la Fulvia HF, 1975-76-77 con la Stratos). Grazie ai risultati ottenuti nel corso della stagione, Sandro Munari vince il Campionato Piloti FIA, un titolo che precede di pochi anni, ma che ha lo stesso valore, il Campionato del Mondo Piloti che verrà istituito a partire dal 1979; Bernard Darniche si aggiudica nuovamente il Titolo Europeo, mentre Mauro Pregliasco vince il Campionato Italiano, iscrivendo per la prima volta il suo nome nell’albo d’oro della specialità. La Stratos affronta la sua ultima stagione, in veste ufficiale, nel Campionato del Mondo Rally del 1978, con i nuovi colori bianco-arancio-nero della Pirelli: il regolamento tecnico introdotto a partire dal gennaio di quell’anno, sfavorisce la Stratos, che comunque riesce a vincere il Rally di Sanremo con Markku Alen. Il pilota finlandese si aggiudica inoltre, con la versione a 24 valvole, il Giro d’Italia conquistando così, dopo Munari, il titolo di Campione Piloti FIA. Nel 1978 la Stratos colleziona una lunga serie di ritiri nelle prove mondiali, ma vince il titolo Europeo Conduttori con Tony Carello, e quello Italiano con Adartico Vudafieri, confermando la sua tradizione di vittorie. Gli anni a seguire segnano inesorabilmente il declino della Stratos, afflitta soprattutto dalle limitazioni imposte dai nuovi regolamenti e dalla omologazione ormai in scadenza. Bernard Darniche riesce comunque ad aggiudicarsi, nel 1979, due prove valide per il Mondiale Rally: vince a Montecarlo, con una incredibile rimonta durante l’ultima notte ai danni di Waldegard ora al volante della Ford Escort, e nel Tour de Corse, dove la Stratos si dimostra ancora una volta imbattibile sull’asfalto. Nello stesso anno, un altro pilota italiano, dopo le imprese di Munari, vince una prova del Mondiale: è Tony Fassina (che corre con lo pseudonimo di «Tony») ad aggiudicarsi una combattutissima edizione del Rally di Sanremo, con la Stratos del Piave Jolly sponsorizzata dai Concessionari Lancia Italia. Vince davanti ad uno scatenato Rorhl, sulla Fiat 131 Abarth ufficiale, dimostrando che la Stratos è tutt’altro che alle soglie della pensione… Tony alla fine stagione conquista anche il Campionato Italiano Rally, mentre il principe Jorge de Bagration de Mukharani, erede al trono della Georgia, si impone in quello spagnolo. Bernard Darniche infine, vince il Tour de Corse del 1981 che rimane anche l’ultima affermazione Mondiale, oltre che di rilievo, della Stratos: dopo la vittoria di tre titoli Mondiali, tre europei, e una lunga serie di allori nei campionati nazionali, la Stratos entra a far parte della leggenda dei rally. Dove per sempre resterà “la Regina”.UN PALMARES ECCEZIONALE1974 LANCIA CAMPIONE DEL MONDO RALLY 1975 LANCIA CAMPIONE DEL MONDO RALLY 1976 LANCIA CAMPIONE DEL MONDO RALLYCAMPIONE EUROPEO CONDUTTORI RALLY (DARNICHE) CAMPIONE ITALIANO RALLY (FASSINA)CAMPIONE FRANCESE RALLY (DARNICHE) 1977CAMPIONE PILOTI FIA (MUNARI) CAMPIONE EUROPEO CONDUTTORI RALLY (DARNICHE) CAMPIONE ITALIANO RALLY (PREGLIASCO)1978 CAMPIONE EUROPEO CONDUTTORI RALLY (CARELLO) CAMPIONE ITALIANO RALLY (VUDAFIERI)CAMPIONE FRANCESE RALLY (DARNICHE)1979 CAMPIONE ITALIANO RALLY (FASSINA)CAMPIONE SPAGNOLO RALLY (DE BRAGATION)CAMPIONE GRECO RALLY (”SIROCO”) 1981 CAMPIONE SPAGNOLO RALLY (DE BRAGATION)CAMPIONE RALLY NAZIONALI (FILIPPI)